Il lockdown mette le ali all’e-commerce e ai pagamenti digitali

23/04/2020

E-commerce e lockdown: decollano le vendite ma non per tutti i settori

Il lockdown fa registrare un boom degli acquisti online in Italia. Così l’isolamento forzato fa crescere la familiarità dei consumatori con l’e-commerce e i pagamenti digitali.
Un aspetto molto positivo per il nostro paese dove la confidenza con lo shopping in rete, ma soprattutto con la moneta virtuale non era ancora molto elevata.
Ma cosa acquistano gli italiani online ai tempi del Coronavirus?
Se la soddisfazione dei bisogni superflui sembra essere rimandata, non è così per quelli essenziali.
Viaggi, trasporti, moda e cosmesi che prima guidavano la classifica dell’e-commerce italiano finiscono infatti in fondo alla lista dei desideri a favore di beni di prima necessità come: cibo, farmaci e prodotti per l’igiene della casa e della persona.

Come dichiara Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio e-commerce del Politecnico di Milano: “Tra i prodotti più venduti online ci sono ovviamente quelli di prima necessità: prodotti alimentari, cura della persona e della casa, prodotti sanitari. Proprio l’alimentare, in particolare, ha avuto una risposta molto interessante: a fronte di una contrazione nei primi giorni di emergenza del food delivery, anche forse per una questione di paura, abbiamo registrato una forte preferenza da un lato per i prodotti che conferiscono una percezione di sicurezza, come cibi in scatola o a lunga durata, dall’altro lato a quelli contribuiscono all’idea di fare qualcosa insieme, in famiglia, quindi pane, farina, lievito, anche questo ormai introvabile.” ( Il Corriere della Sera)

Ma non solo, perché l’impossibilità di uscire dalle mura domestiche ha spinto le persone ad organizzare in modo diverso scuola, lavoro e tempo libero con l’inserimento nel carrello della spesa di:
giochi per bambini, prodotti di elettronica di consumo per lo smart working e l’e-learning, attrezzatura fitness per l’home gym e abbonamenti per servizi di streaming on-demand.

Come afferma Pontiggia: “L’impossibilità di uscire dalle mura domestiche, ci sta orientando ad attrezzare il nostro tempo in casa. Infatti stanno andando benissimo tutti quei prodotti che aiutano a riempire quel tempo. Quindi giochi per i bambini, tra cui l’ormai introvabile Didò, i pennarelli, le tempere. Mentre è esploso il settore dei servizi di intrattenimento in abbonamento: Netflix, Disney plus. E quello dell’attrezzatura per il fitness in casa: dai tappetini per lo yoga, anche questi sempre più difficili da trovare, ai manubri e alle cyclette” – prosegue – “un capitolo a parte meritano i prodotti di elettronica di consumo, che sono direttamente legati alle aumentate necessità dello smart-working e dell’e-learning: pensiamo solo a quelle famiglie che avevano un solo computer fisso a casa e che improvvisamente si sono trovate a dover mettere nelle condizioni di lavorare contemporaneamente entrambi i genitori e far fare le lezioni on line ai figli.” ( Il Corriere della Sera)

Stiamo dunque assistendo al passaggio decisivo dal mercato off-line a quello on-line? Chissà…
Sicuramente la crisi ha portato tanti consumatori ad avvicinarsi per la prima volta allo shopping online per necessità e i retailer, con questo incremento della domanda, a rivedere sistemi informatici, strategie omnichannel, store operations e logistica.