14/05/2020

Assistenza sanitaria remota al servizio degli operatori logistici “connessi”

Quale rapporto potrebbe esserci tra telemedicina e logistica in un momento di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo?
Dall’inizio della pandemia di COVID-19, il settore che non ha conosciuto lockdown è stato proprio quello dei trasporti e della distribuzione merci, che tuttora continua con i suoi operatori a garantire molti servizi essenziali e l’approvvigionamento dei beni di prima necessità.

Così le aziende logistiche potrebbero ricorrere all’innovazione digitale nel campo della medicina o meglio all’assistenza sanitaria remota attraverso l’installazione di “Diagnostic Point” all’interno dei propri poli logistici per tutelare la salute dei propri lavoratori.

Assistenza sanitaria remota e tutela della salute con i Diagnostic Point

L’obiettivo principale di un Diagnostic Point è di rendere accessibile al lavoratore ovunque si trovi un servizio di assistenza sanitaria remota.

Ovvero dargli la possibilità di misurare i propri parametri vitali attraverso un set di dispositivi certificati medicali connessi ad una piattaforma in Cloud e ricevere in modo semplice e veloce i risultati degli esami con consigli personalizzati per il mantenimento di uno stato fisico ottimale.
Un aspetto molto importante, se si pensa che autisti e magazzinieri, che sono in questo momento i più esposti al virus e ad elevato rischio contagio per i numerosi spostamenti e contatti con superfici e persone, potrebbero verificare, in viaggio (attraverso Punti Diagnostici mobile con valigetta) o sui luoghi di lavoro (attraverso i Punti Diagnostici fissi), in modo costante il loro stato di salute grazie all’intelligenza artificiale.

L’assistenza sanitaria remota con il telemonitoraggio e la diagnostica mobile ai tempi del COVID-19 può dunque essere un metodo di prevenzione efficace permettendo di accrescere il livello di sicurezza dell’ambiente lavorativo e allo stesso tempo aumentare il benessere del lavoratore.

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