09/01/2020

Milioni di TV e Decoder pronti a trasformarsi in RAEE per effetto degli Switch Off

Saranno due gli Switch Off previsti entro il 2022 (il primo a settembre 2021 e il secondo a luglio 2022) e molti già si chiedono cosa succederà ai vecchi TV e Decoder che dovranno essere smaltiti per effetto della loro sostituzione nelle case degli italiani.

La preoccupazione maggiore dei consumatori è che questi RAEE, non correttamente gestiti, finiscano per diventare un serio problema ambientale.

Switch off e RAEE: c’è un rischio ecologico?

In realtà il binomio Switch off e RAEE non implica alcun rischio ecologico. Come assicura Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE), gli impianti italiani sono già pronti per affrontare questo periodo di transizione e per gestire al meglio tutte le apparecchiature che verranno dismesse in questi due anni e mezzo, al fine di recuperarne il 95% dei materiali, secondo il principio della circular economy.

Verrà dunque ridotto al minimo ciò che non sarà più riutilizzabile. E le materie prime ricavate verranno reimmesse nel ciclo produttivo.

Ma cosa devono fare i consumatori affinché i loro vecchi tv e decoder entrino in questo circuito virtuoso?

Switch off e RAEE: come smaltire i vecchi tv e decoder

I consumatori hanno due opzioni per smaltire correttamente questi rifiuti, entrambe molto semplici.

La prima possibilità è quella di rivolgersi al momento dell’acquisto del nuovo tv o decoder, in negozio oppure online, direttamente al rivenditore per il ritiro del vecchio apparecchio.
Secondo la regola dell’“uno contro uno” questo infatti è tenuto a ritirare gratuitamente il RAEE, per farlo confluire nel corretto percorso verso lo smaltimento.

La seconda opzione è invece quella di portare il rifiuto nei centri di raccolta comunali, dove verrà gestito in forma differenziata. “Successivamente, questi soggetti – spiega Fabrizio Longoni – avvieranno il RAEE, tramite i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, agli impianti di trattamento che si occuperanno dell’attività specifica su questa tipologia di rifiuto“.

Solo così si potrà essere certi che il “fine vita” verrà gestito in modo corretto e che milioni di RAEE non finiranno nelle discariche a cielo aperto.